Lombardia e Veneto sono tra le regioni più colpite negli ultimi anni da incendi. Sono appena tornato da una missione svolta con la Commissione Ecomafie nelle due regioni, dove ho visto diversi siti colpiti da roghi.
Come ho scritto in un mio intervento nel rapporto ecomafia di Legambiente di quest’anno, presentato all’inizio di luglio, solo la presenza di controlli assidui, fondati su regole chiare ed efficaci, può prevenire l’impatto ambientale molto negativo degli incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti, con ricadute su tutte le matrici ambientali e in più di un caso anche sulle casse pubbliche. Ai controlli – fondamentali – vanno accompagnate risposte strutturali alla crescita degli stoccaggi degli impianti.
Questa tendenza, prima ancora della chiusura delle frontiere cinesi a diverse tipologie di rifiuti, è stata favorita dall’aumento della produzione dei rifiuti urbani e speciali e dalla crescita della raccolta differenziata, senza che di pari passo ci sia stata la creazione di impianti per il riciclo e di un mercato capace di valorizzare le materie prime seconde.
Nuove filiere virtuose potrebbero essere create o stimolate attraverso eco-incentivi. Anche una reale attuazione dei Cam, i criteri ambientali minimi per gli appalti pubblici che rappresentano un fiore all’occhiello dell’Italia a livello internazionale, potrebbe aprire il mercato degli acquisti pubblici a beni in materiali rigenerati.
Queste misure devono accompagnarsi in maniera imprescindibile ad azioni di riduzione. Produciamo troppi rifiuti, volumi enormi difficili da gestire con qualunque tecnologia metteremo in campo. Occorre puntare su riutilizzo, vuoto a rendere, riprogettazione, consumi e produzioni consapevoli, nuove abitudini e nuove filiere: politica, imprese e cittadini devono fare la propria parte con coraggio, anche a costo di scontentare qualcuno che fa business con la gestione dei rifiuti, o con la produzione di quei beni destinati a diventare rifiuti dopo un breve utilizzo.
Durante le audizioni a Milano, i rappresentanti di Arpa Lombardia ci hanno fornito numeri sugli incendi nella regione, che negli ultimi anni sono aumentati, raggiungendo un picco nel 2017 e 2018. Accanto ai casi di roghi, come ha spiegato in audizione il comandante del Gruppo tutela ambientale dell’Arma dei carabinieri di Milano Massimiliano Corsano, è emersa la tendenza all’abbandono di rifiuti in capannoni. Due dinamiche che hanno alla base gli stessi fenomeni di traffico illecito di rifiuti. Ormai le fiamme alzano troppo l’attenzione: per questo si preferisce creare discariche abusive.