Così Cerroni inquina Malagrotta

Così Cerroni inquina Malagrotta.
Era il Gennaio del 2016, quando mi recavo, in veste di Vice Presidente della Commissione Ecomafie, a fare un ispezione presso la discarica di Malagrotta, dove ho trovato un bocchettone dal quale usciva fuori del liquido marrone, proveniente al sito stesso.
Ho denunciato immediatamente lo sversamento del percolato ed il tentativo di occultamento perpretrato dal ras dei rifiuti, Cerroni ai danni dei cittadini, con un esposto dettagliato al pm Alberto Galanti, titolare dell’inchiesta su Malagrotta.
Da diversi mesi il percolato non era più visibile nella canalina in cemento che costeggia la proprietà Lampogas, facendo sperare in un miglioramento del sito, invece scopro che le acque provenienti dalla discarica sono state deviate con due tubazioni parallele, interrate nel fosso adiacente, occultando l’inquinamento, aumentando così, la fonte di contaminazione di altri terreni e del torrente Rio Galeria.
Dopo un anno e mezzo dal mio esposto l’ex ras Manlio Cerroni e soci sono indagati per mancata estrazione di percolato ed associazione a delinquere dedita al traffico di rifiuti, ed il sequestro di oltre 190 milioni alla società E.Giovi che gestisce lo storico sito di smaltimento capitolino chiuso dal primo ottobre 2013, disposto dal gip Costantino De Robbio su richiesta del pm Alberto Galanti.
La somma sequestrata corrisponde “al risparmio di spesa, dal 2012 ad oggi, per l’omessa estrazione del percolato, nella misura della minore somma quantificata dal consulente,da ritenersi comprensiva- è detto nel provvedimento- di ogni successivo reinvestimento o trasformazione e di qualsiasi vantaggio economicamente valutabile nei confronti degli indagati”.
Una lunga battaglia che finalmente la procura ha coronato con il sequestro.Ora si faccia il capping a Malagrotta, per la salute dei cittadini.

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