Audizione del responsabile Ricerche e innovazione di Centrocot Roberto Vannucci

COMUNICATO STAMPA

Roma, 20 marzo 2019 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha audito oggi il responsabile Ricerche e innovazione del Centro tessile cotoniero e abbigliamento Centrocot, Roberto Vannucci. L’audizione di oggi aveva l’obiettivo di fornire informazioni introduttive sul mondo del tessile, mentre nelle prossime la Commissione si concentrerà sul tema dei traffici illeciti e mercato illegale degli abiti usati.

Vannucci ha delineato le caratteristiche dell’industria tessile, con l’Italia che da sola genera un terzo del fatturato mondiale. Vannucci ha anche parlato di processi di produzione e riciclo e si è soffermato su alcune dinamiche di mercato. Richiamando dati della fondazione Ellen MacArthur, il responsabile ricerche e innovazione di Centrocot ha evidenziato come tra il 2000 e il 2015 siano aumentate a livello globale le vendite di capi di abbigliamento, a fronte di una diminuzione di utilizzo di ogni singolo capo. Inoltre, sempre secondo dati della fondazione MacArthur, dopo l’uso il 73% delle fibre tessili degli abiti nel mondo, una volta diventati rifiuto, finiscono in discarica o negli inceneritori.Accanto agli abiti usati avviati a riuso, su cui la Commissione intende concentrare la sua attività d’inchiesta, c’è anche la filiera di riciclo delle fibre. Rispetto a quest’ultima, Vannucci ha spiegato che ad oggi le fibre riciclate sono di una qualità inferiore a quelle vergini e costano di più: vengono dunque utilizzate solo quando c’è un obbligo, come le percentuali di fibre rigenerate nei tessuti previste dai Criteri ambientali minimi per gli appalti verdi della pubblica amministrazione.Il responsabile ricerche e innovazione di Centrocot si è anche soffermato su alcune criticità ambientali legate alla filiera tessile. Sul fronte dei Pfas, le sostanze chimiche utilizzate anche per l’impermeabilizzazione dei tessuti che hanno contaminato la falda acquifera in Veneto, secondo Vannucci i composti a catena lunga, quelli cioè che si degradano con più difficoltà nella catena alimentare, sono di fatto stati eliminati dai processi produttivi, mentre oggi le aziende si concentrano soprattutto sui Pfas a catena più corta. Per Vannucci, questi ultimi sono però meno performanti.

Durante l’audizione è stato anche affrontato il problema delle microfibre plastiche rilasciate dai capi in tessuti sintetici durante il lavaggio in lavatrice. I tecnici di Centrocot, ha riferito Vannucci, sono al lavoro insieme ad altri colleghi europei per mettere a punto un metodo di analisi qualitativa e quantitativa di queste fibre.

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