COMUNICATO STAMPA
Roma, 08 maggio 2019 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati oggi ha audito il commissario straordinario per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione oggetto di sentenza di condanna della Corte di giustizia dell’Unione europea sul trattamento delle acque reflue urbane, Enrico Rolle.
Rolle, nominato commissario alla fine del 2016, ha riferito di essere competente per 104 agglomerati, oggetto di due procedure di infrazione sulla depurazione arrivate a sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea. Le due procedure, ha spiegato Rolle, riguardano gli agglomerati con più di 15mila abitanti equivalenti e quelli che scaricano in aree sensibili. I 104 agglomerati si trovano in 12 regioni: la maggior parte è situata in Sicilia (oltre il 60%), seguita da Calabria e Campania. Sicilia e Calabria sono anche ai primi posti per il maggior numero di agglomerati oggetto delle altre due procedure di infrazione sempre per inadempienze nella depurazione non ancora giunte a sentenza.
L’ampliamento delle competenze del Commissario a queste altre due procedure, ha riferito Rolle, è previsto dal disegno di legge «Cantiere Ambiente», al momento all’esame della Conferenza Unificata. Nello stesso ddl, ha proseguito Rolle, si prevede anche un ampliamento dei poteri del commissario. Secondo l’audito, i poteri al momento attribuiti alla struttura commissariale non sono sufficienti per garantire la realizzazione degli interventi in tempi certi. Allo stesso tempo tuttavia, ha sostenuto il commissario, il ddl non appare essere lo strumento più adeguato per arrivare all’approvazione della norma in tempi rapidi.Il commissario ha funzione di coordinamento e di realizzazione diretta degli interventi. Rolle ha riferito di essersi trovato davanti una situazione molto diversificata al momento dell’insediamento: in molti casi i precedenti soggetti attuatori avevano iniziato un’attività di progettazione, in qualche caso l’avevano affidata senza completarla. Progetti talvolta portati avanti e talvolta invece rifiutati dalla struttura commissariale, in base anche alle nuove disposizioni inserite nel Codice degli appalti.
«Per la prima volta questa Commissione si occupa compiutamente del tema della depurazione delle acque, che vede alcune regioni italiane in grave ritardo. Una situazione inaccettabile che riguarda anche molte aree al momento non oggetto di procedure di infrazione, e che va sanata al più presto. In questo senso anche l’attività di indagine della Commissione potrà sicuramente fornire un utile contributo», ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.