Vuoto a rendere: la genesi della legge
Il Movimento 5 Stelle è stato l’unico a depositare una proposta di legge sul vuoto a rendere in questa legislatura. Tale iniziativa legislativa, di cui sono il primo firmatario, potete leggerla qui: Testo delle legge. Una legge a firma M5S, di così difficile applicazione, sarebbe rimasta certamente lettera morta. Tentai allora di percorrere strade alternative, anche se ciò poteva significare rinunciare alla prima firma del provvedimento, ma soprattutto dover tentare una mediazione che, di certo, avrebbe ammorbidito la legge. Inutile dire che è stato un iter faticoso e tormentato. Vi risparmio pure i tentativi di coloro che hanno cercato di boicottare questa mia battaglia e perfino dei lobbisti che tentarono di comprarmi qualora avessi rinunciato a portare avanti la legge. Proposta ovviamente da me rifiutata. Fortunatamente ho trovato il sostegno dei colleghi M55 di Commissione ambiente, del relatore di maggioranza del Collegato Ambientale e della Federazione italiana dei grossisti e dei distributori di bevande.
Voglio ringraziare anche il nostro Ufficio legislativo e i miei collaboratori che hanno sostenuto e portato avanti questa battaglia. Attraverso un emendamento presentato dal relatore di maggioranza alla Camera, poi da noi subemendato per migliorarlo, e tamponare alcuni tentativi di boicottaggio, in particolare durante l’esame al Senato, la disposizione che introduce il sistema “vuoto a rendere” ha visto finalmente la luce.
Dopo quasi due anni di tira e molla, la legge viene approvata in via definitiva. Per la prima volta nel nostro ordinamento compare il vuoto a rendere. E’ un articolo del Testo Unico Ambientale (art. 39 della legge 221/2015) che potete visionare di seguito: Articolo del testo unico ambientale.
Sia ben chiaro: il risultato ottenuto è diverso e meno ambizioso della nostra proposta di legge iniziale, ma è pur sempre una legge importante.
Era il 2015 quando la legge sul vuoto a rendere veniva approvata in Parlamento. Ma da allora si è dovuta percorrere ancora tanta strada tra ulteriori mediazioni con le associazioni di categoria, pronunciamento del Consiglio di Stato e pubblicazione del regolamento in Gazzetta Ufficiale, come potete leggere qui: Regolamento.
I contenuti della legge (importante)
In questi giorni ho letto diversi articoli di stampa sull’argomento in questione che fanno molta confusione. Ci sono tanti modi per intendere e impostare un vuoto a rendere. Quello approvato diciamo subito non riguarda direttamente il consumatore che non dovrà fare nulla, né pagare alcuna cauzione. Il sistema del vuoto a rendere prevede, in via sperimentale per la durata di un anno e su base volontaria del singolo esercente, una cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico da alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri punti di consumo, dunque riguarda il “consumo fuori casa” (circuito HORECA). Qualcuno rimarrà deluso, ma ricordo che, a differenza di decenni fa, il consumo fuori casa (bar, alberghi o ristoranti) oggi ha un grosso fatturato ed è sempre in continuo aumento.
Ad aderire alla sperimentazione dovrà essere dunque l’esercente che dovrà pagar la cauzione iniziale ai produttori di acqua e birra e rendere indietro al produttore (attraverso il distributore) l’imballaggio utilizzato dal cliente che consuma nella propria attività commerciale. Il cliente avrà la garanzia che, consumando dall’esercente che aderisce all’iniziativa, quell’imballaggio tornerà al produttore per essere riutilizzato. Gli esercizi commerciali aderenti al sistema “vuoto a rendere” saranno riconoscibili dal cliente attraverso un logo esposto che lo stesso Ministero fornirà. Voglio sottolineare l’importanza della parola “riutilizzo”. A differenza delle tanto citate e sognate macchinette nei supermercati, che sono finalizzate solamente al riciclo qui si sta parlando di riutilizzo, gerarchicamente più importante e virtuoso del riciclo.
Sia ben chiaro non ci stiamo inventando nulla e qualche produttore, come ad esempio la Peroni, già lo effettua questo tipo di vuoto a rendere, ma in quantità e modalità molto limitate. Questa sperimentazione punta a renderlo sistematico e poi estenderlo ad altre bevande. Per quanto riguarda il materiale dell’imballaggio, la legge non lo limita al vetro, ma essendo finalizzato al riutilizzo, attualmente solo il vetro è pronto a garantirlo.
Nulla vieta di implementare questo sistema del vuoto a rendere con altri tipologie dello stesso, ma, per fare un esempio sempre molto citato, le macchinette cauzionali spesso sono utilizzate impropriamente dai commercianti, impossessandosi dell’unico materiale plastico prezioso (ovvero il PET) che per legge dovrebbe e deve essere di proprietà del Comune. Quel PET raccolto con la cauzione vale fino a 400 euro la tonnellata e non può essere regalato e sfruttato solo dal privato. Ci sto lavorando con una formula adottata in Umbria, cosi come sto lavorando ad un fondo destinato ai Comuni e alle imprese del riciclo per far si che alcuni tipi di plastiche (Plasmix) vengano recuperate in materia invece che andare ad incenerimento. Mi contatti chi vuole approfondire.
Cosa possono fare i Comuni (importantissimo)
Il vero difetto di questa legge è che il Governo non si è degnato di riconoscere alcun incentivo per invogliare gli esercenti ad aderire. L’esercente dovrebbe pagare dunque una cauzione, compilare dei moduli e trattenere i vuoti in attesa del distributore, senza nemmeno avere uno sconto TARI o di altro tipo. Cito lo sconto TARI perché, per Roma, dover gestire e ritirare una tonnellata in meno di vetro si risparmiano circa 80 euro. Perché non dividere questo risparmio con l’esercente e con il distributore, terminali di questo processo virtuoso?
Anche i distributori (e i produttori, ovvero tutti gli attori della filiera del vuoto a rendere), miei alleati in questa battaglia, chiedono un piccolo aiuto, come per esempio agevolazioni su orari ZTL oppure sconto TARI. Visto che l’adesione di un esercente al vuoto a rendere può essere totale ma limitata al numero dei contenitori sui quali pagherà la cauzione, invito le Amministrazioni, ad incentivare solo gli esercenti che garantiranno al VAR un determinato quantitativo.
Nei giorni scorsi ho incontrato la Peroni strappando un appoggio forse anche economico (un piccolo sconto sulle bottiglie all’esercente che aderisce). A breve incontrerò il Delegato Anci Energia e Rifiuti per chiedere a lui, come a voi amministrazioni a 5 stelle, una mano economica per non far fallire questa storica sperimentazione. Per ora vi annuncio con orgoglio che il primo Comune d’Italia a premiare gli esercenti e i distributori con uno sconto TARI sarà il Comune di Pomezia come potrete vedere da atto allegato. Preciso che l’ordine del giorno sarà presentato dal gruppo consiliare M5S del Comune di Pomezia durante la seduta del prossimo 11 ottobre a cui parteciperò personalmente in segno di ringraziamento e riconoscenza nei conforti del Sindaco Fucci. Lo sconto in TARI sarà addirittura del 30%; basterebbe anche molto meno.
Vi chiedo di aspettare tale data e poi fare anche voi a catena la stessa cosa. Il sogno sarebbe addirittura creare un nostro logo ” vuoto a rendere – Amministrazioni a 5 stelle”. Ma basterà dire: “il Governo non ci mette un euro, noi sì, perché crediamo nelle pratiche virtuose”.Vi informo di aver provveduto ad allegarvi uno schema di ordine del giorno oppure di mozione (in modo tale che possa essere presa in considerazione anche dai consiglieri M5s che sono all’opposizione) per la sperimentazione del sistema del vuoto a rendere.
Voglio sottolineare, altresì, che anche se la sperimentazione del vuoto a rendere durerà un anno che andrà dal 7 febbraio 2018 per concludersi il 6 febbraio 2019, occorre quindi fare in fretta in quanto l’adesione alla sperimentazione sarà monitorata. Dunque, affinché sia un successo bisogna fare in modo che gli esercenti aderiscano fin da subito.
Il nostro impegno continuerà per far sì che la sperimentazione possa essere un successo!
Di seguito alcuni link che possono interessarvi:
Questo è il documento che ha presentato il Comune di Pomezia il giorno 11 ottobre.
Questa è la Mozione base valida per tutti i portavoce da presentare nei rispettivi consigli: Schema Mozione Vuoto a Rendere.
Per approfondire ulteriormente, vi rimando ai miei precedenti articoli sul tema tra cui “Il Vuoto a rendere è legge“.