Riforma mercato USATO: proposta
La mia azione politica si basa sulla convinzione che per risolvere il problema rifiuti occorra puntare in primis alla prevenzione e alla riduzione a monte. Inoltre credo fondamentale avere una società che punti alla condivisione più che alla competizione, ad ottimizzare quello che si ha a disposizione più che crearne di nuove.
Il mercato dell’usato:
– evita che 15 milioni di metri cubi annui di oggetti vadano direttamente in discarica allungando la durata dei beni.
– offre 80.000 posti di lavoro.
– fattura 3 miliardi annui.
In pochi lo valorizzano come merita ed è giunto il momento di normarlo.
Questa proposta di legge [ scarica PDF ] di cui sono il primo firmatario, presentata alla Camera il 6 agosto 2018, disciplina e promuove le attività di compravendita di beni usati, partendo dalla convinzione che è possibile :
– progredire senza inquinare.
– creare lavoro a costo zero.
– coniugare l’interesse privato con il perseguimento del bene comune.
La nostra pdl nasce dalla constatazione che il sistema attuale di regolamentazione del settore dell’usato è caratterizzato da norme non chiare e spesso aperte all’interpretazione arbitraria e difforme delle pubbliche amministrazioni nel territorio nazionale.
Il Movimento 5 Stelle ha ritenuto corretto recepire la proposta ascoltando direttamente gli operatori del settore. Tale proposta riflette un accordo tra le diverse anime che compongono il settore, rielaborandola solo in alcune parti, tenendo nel giusto conto i recenti scandali dell’inchiesta di Mafia Capitale (ma non solo) che hanno toccato anche il tema degli abiti usati che sto attenzionando (a breve vi relaziono su situazione e proposte) . Riteniamo urgente, dunque, che le norme che regolamentano questo genere di attività siano chiare per evitare eventuali traffici illeciti che potrebbero essere facilmente organizzati, senza una chiara tranciabilità della movimentazione dei prodotti.
Questa proposta è inoltre perfettamente in linea con quello della riduzione a monte dei rifiuti, in un’ottica di diminuzione degli sprechi e di virtuosità del ciclo, che segue alla lettera i principi contenuti nella comunicazione del 2 luglio 2014 della Commissione europea «Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti».
In sintesi, la Rete nazionale degli operatori dell’usato (ONU), che ha portato avanti le istanze recepite dalla nostra proposta, chiede:
1) il riconoscimento della figura dell’operatore dell’usato, la cui attività consiste nella distrazione, raccolta,selezione, riparazione, restauro, preparazione al riutilizzo, commercializzazione conto terzi, ingrosso e dettaglio di beni usati, organizzazione, sotto forma di organismi collettivi, di fiere e mercati dell’usato. Attualmente non esiste la figura ed il riconoscimento dell’operatore dell’usato che in pratica viene equiparato a chi vende beni nuovi. Il mercato dell’usato, secondo un’indagine Doxa, vale ben 18 miliardi di Euro all’anno e cioè quasi l’1% del prodotto interno lordo del nostro Paese. Pertanto sarebbe auspicabile una regolamentazione precisa del mercato dell’usato, in cui venga riconosciuto giuridicamente l’operatore dell’usato.
2) l’istituzione di un Consorzio nazionale del Riuso. Così come è stata riconosciuta l’esistenza delle Filiere del Riciclo, coordinate dal Consorzio CONAI, per i materiali riciclabili, chiediamo che venga riconosciuta l’esistenza delle Filiere del Riuso, che siano in grado di assorbire e ridistribuire capillarmente sui territori le merci riusabili, conferite presso le isole ecologiche. Gli operatori dell’usato che non intendono aderire al consorzio, possono organizzare autonomamente, anche in forma collettiva, la gestione dei beni usati nell’intero territorio nazionale, presentando al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare il progetto relativo al sistema che intendono istituire.
3) la modifica dell’attuale disciplina del commercio, per provvedere alla regolarizzazione di molti operatori ambulanti, creando un profilo di microimpresa cui corrisponderebbe una leva fiscale sostenibile. Nella nostra proposta di legge si stabilisce che l’attività di vendita di beni usati è libera e non necessita di autorizzazione, così come previsto attualmente dall’art. 28 del decreto del 1998.
Il commercio sulle aree pubbliche oggi può’ essere svolto su posteggi dati in concessione per dieci anni e su qualsiasi area purché in forma itinerante. L’autorizzazione viene rilasciata in base alla normativa emanata dalla regione, dal sindaco del comune sede del posteggio, quindi ogni regione o comune può adottare norme diverse. Nella nostra proposta di legge, chiediamo di sostituire questa autorizzazione con la segnalazione certificata di inizio attività, la cosiddetta SCIA, secondo cui è possibile cominciare l’attività dal giorno stesso della presentazione della segnalazione all’amministrazione competente. In questo caso vige la norma del silenzio assenso e dunque se l’amministrazione competente non risponde in tempi prestabiliti, significa che c’è stato l’ accoglimento della domanda, senza necessità di ulteriori istanze.
Secondo noi, sostituire l’autorizzazione prevista dal Decreto 114/98 con la SCIA è un fatto positivo per i tempi brevi e la semplicità con cui chiunque può cominciare ad operare.
In questo modo probabilmente molti venditori ambulanti che lavorano senza licenza potrebbero essere motivati ad uscire dall’illegalità.
4) misure fiscali adeguate ed eque . Considerando il positivo impatto sull’ambiente e sulla salute umana del riutilizzo, chiediamo per l’immissione in commercio dei beni usati e dei servizi a esso collegati l’ IVA equiparata a quella dei rottami ed un regime fiscale agevolato per gli operatori con un reddito annuo inferiore a 15.000 euro. Infatti riteniamo che chi previene e riutilizza non debba essere sottoposto agli stessi oneri di chi non fornisce alcun apporto positivo sul terreno ambientale. La rete ONU riferisce che alcune amministrazioni locali virtuose hanno manifestato la propria sensibilità al tema ed hanno recepito le istanze presentate dai singoli operatori, riclassificandone i ruoli ai fini della tassa sui rifiuti.
Potete seguire l’iter della nostra proposta di legge e leggere l’intero testo a questo link.
Stay tuned!