Raee e rottami: rifiuti preziosi da sottrarre all'illegalità

Raee e rottami (soprattutto ferrosi) sono rifiuti davvero preziosi, risorse importanti se correttamente riciclate e re-introdotte sul mercato. Troppo spesso invece si perdono in flussi e mercati illegali.

Secondo il Centro di coordinamento Raee, ogni anno in Italia si producono circa 800mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici. Sono elettrodomestici e apparecchi non più funzionanti di cui i cittadini si disfano, ma che non sempre rientrano in filiere regolari in grado di assicurare un corretto riciclo. Un problema significativo, perché questi apparecchi contengono al loro interno sostanze pericolose che necessitano di una gestione sicura, ma anche materiali preziosi, come metalli e terre rare. Riciclarli consente di ridurre il consumo di risorse naturali e di reimmettere nel ciclo produttivo materie prime con limitata disponibilità. Se però, come avviene in molti casi, questi rifiuti finiscono dispersi nell’ambiente o gestiti in maniera non corretta, l’impatto ambientale aumenta e si perdono risorse importanti. Proprio in questi flussi irregolari i Raee possono incrociare la strada dei rottami ferrosi: per questo la Commissione ha deciso di indagare su questi due settori.

Sempre secondo i dati del Centro di coordinamento Raee, nel 2017 sono state raccolte in Italia 382.544 tonnellate su un totale stimato di 935.949 tonnellate di Raee. La percentuale di raccolta italiana si attesta al 41%, contro l’obiettivo europeo del 45%. Si tratta cioè dei rifiuti che il cittadino porta all’isola ecologica del suo comune, o che vengono ritirati dai rivenditori. Non tutti conoscono il sistema dell’1 contro 1: a fronte di un nuovo acquisto, la legge prevede che il punto vendita ritiri gratuitamente il vecchio apparecchio. Per i piccoli Raee, come cellulari, asciugacapelli e frullatori, il ritiro gratuito è obbligatorio anche senza che il consumatore acquisti un nuovo apparecchio.

Dove vanno a finire Raee e rottami?

Se il 41% dei Raee rientra in queste filiere legali, il restante 59% viene gestito in maniera irregolare: una zona grigia in cui si insinuano anche pratiche illecite e malaffare. Un recente rapporto dall’organizzazione internazionale Basel Action Network (Ban) stima che in Europa il tasso di esportazione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sia del 6% per gli apparecchi consegnati presso centri di raccolta o conferiti in appositi contenitori. A questo flusso inizialmente pulito – che poi confluisce in molti casi in filiere illegali nei Paesi del Sud del mondo – vanno però aggiunti gli altri Raee che sfuggono alle filiere regolari, su cui è necessario fare chiarezza.

Un fenomeno in crescita da monitorare con attenzione riguarda i pannelli solari: molti parchi fotovoltaici stanno giungendo a fine vita e il corretto smaltimento dei moduli è una questione di primo piano. Per risparmiare i costi di smaltimento, accade che i pannelli esausti vengano esportati illegalmente verso i Paesi in via di sviluppo, facendoli passare come apparecchi usati anziché rifiuti. Una volta arrivati a destinazione, vengono gestiti in maniera irregolare, senza garanzie per l’ambiente e la salute delle persone.

In questa pagina è possibile restare aggiornati sui lavori della Commissione bicamerale d’inchiesta Ecomafie sui flussi irregolari di Raee e rottami.