Abiti usati: trasparenza rete riuse?

RACCOLTA ABITI USATI, VIGNAROLI (M5S): “SU RETE RIUSE FARE CHIAREZZA” (OMNIMILANO) Milano, 30 MAG – “Oggi 30 maggio, Vesti Solidale e altre cooperative che raccolgono abiti usati a Milano e dintorni con il nome di Rete R.I.U.S.E., festeggiano i loro 20 anni di attività con un convegno internazionale. Nel titolo del convegno gli organizzatori affermano: ‘Da vent’anni trasformiamo scarti in valore, un impegno solidale che guarda al futuro’. Bene, ma noi qualche domanda vorremmo porgliela: quanti vestiti della Rete R.I.U.S.E. sono andati negli anni passati alla Nuova Tessil Pezzame di Scarano e a Tesmapri? A chi ora Rete R.I.U.S.E. cede i propri abiti usati? E in quali quantità? Solo per citare il mese corrente, i soldi incassati dai membri di Rete R.I.U.S.E. grazie alla vendita dei vestiti usati da dove provengono? I marchi di garanzia che queste cooperative intendono adottare riguardano solo l’ attività specifica delle loro ragioni sociali o offrono garanzie anche sui soggetti che acquisiscono i vestiti nelle successive fasi della catena di valore?”. Così in una nota il deputato del MoVimento 5 Stelle Stefano VIGNAROLI già vicepresidente della Commissione ecomafie. “Pochi mesi fa Carmine Scarano – prosegue VIGNAROLI – della Nuova Tessile Pezzame, con sede a Solaro-MI è stato arrestato per illeciti ambientali; dalle intercettazioni trascritte nell’ordinanza di arresto risulta chiaro quanto fosse forte il legame tra Scarano e il Direttore della Rete R.I.U.S.E. Carmine Guanci.E due mesi e mezzo fa la società Tesmapri di Montemurlo-Prato e tutti i suoi soci sono stati condannati in primo grado per i medesimi illeciti ambientali, a culmine di un processo iniziato nel 2011. Nel febbraio 2017 i soci diTesmapri erano stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere con il camorrista Vincenzo Ascione. L’Espresso nel giugno 2017 ha accusato Tesmapri di essere ‘crocevia di rapporti poco chiari’ riportando anche una mia audizione parlamentare nella quale contesto a Edoardo Amerini, presidente del Consorzio Abiti Usati (Conau) e di Tesmapri, di avere nell’azienda un revisore dei conti, l’ercolanese Giovanni Borrelli, imputato di avere avuto ruoli analoghi in imprese in odore di camorra. I reati ambientali legati alla mancata selezione degli indumenti usati sono una delle cause della terra dei fuochi, e le inchieste dimostrano che la camorra usa questo business per riciclare il denaro del narcotraffico. Tesmapri e Nuova Tessil Pezzame sono stati per anni i partner commerciali della Rete R.I.U.S.E., ossia i soggetti che acquisivano gli abiti usati raccolti: il logo di Tesmapri si trova nei contenitori stradali utilizzati per la raccolta. E’ arrivato il momento di fare chiarezza e la Rete, proprio in occasione di questo ventennale, dovrebbe rispondere a queste domande”, conclude.

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