Nucleare, pubblicata CNAPI: primo passo verso il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

La CNAPI è pubblica, da stanotte. È la carta delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il sito comprenderà anche un Parco tecnologico e permetterà di stoccare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.

Vari governi avevano rimandato questo momento, forse per paura di perdere consenso su una questione delicata ma che andava affrontata. Nel frattempo, però, i ritardi hanno pesato sulle tasche dei cittadini e sull’ambiente. Ogni anno in bolletta elettrica i cittadini pagano la gestione dei rifiuti radioattivi centinaia di milioni di euro. L’assenza di deposito sicuramente ha allungato le tempistiche di smantellamento delle centrali nucleari italiane e amplificato quindi i costi da pagare. Il costo complessivo dello smantellamento è pari a quasi 8 miliardi di euro. L’ambiente è stato messo a rischio continuamente da depositi sparsi in tutta la penisola e privi dei livelli di sicurezza che il deposito nazionale potrà invece assicurare.

Va dato atto a questo governo di aver avuto il coraggio di fare un passo importante in un percorso che però è stato e sarà lungo. Ci sarà inevitabilmente un confronto con le comunità e gli enti territoriali per arrivare a vedere il deposito diventare realtà. La pubblicazione della proposta di CNAPI è infatti il primo passo che apre alla consultazione pubblica. Auspico da parte del governo impegno in un’azione più incisiva su tutto il tema del nucleare (dall’emanazione dei decreti attuativi mancanti al rafforzamento dell’Autorità di controllo).

La Commissione Ecomafie da me presieduta si occupa del ciclo dei rifiuti radioattivi e stava aspettando questa novità. L’ultima inchiesta sarà conclusa a breve, si è svolta con numerose audizioni e lo studio di una grande mole di documenti. Ho fortemente voluto questo approfondimento, considerando la questione del nucleare italiano di grande importanza. Inoltre, già nella precedente legislatura ero stato co-relatore di un’altra inchiesta sulla gestione dei rifiuti radioattivi.

Qui maggiori informazioni sulle 67 aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito nazionale.

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