Depurazione delle acque in Sicilia, tra scarichi abusivi e sindaci “distratti”

Cattiva depurazione delle acque in Sicilia: il problema è complesso e gravissimo e la Commissione Ecomafie che presiedo, dopo una prima missione in Sicilia orientale, è tornata nella parte centrale della regione per continuare ad approfondire le molte criticità.
Con una delegazione della Commissione, abbiamo svolto sopralluoghi negli impianti di depurazione di Ragusa, Gela (sia a Macchitella che al petrolchimico) ed Enna.
La situazione che abbiamo trovato non è confortante: tutti questi siti sono interessati da procedimenti giudiziari o da indagini. Inoltre, i tre depuratori di reflui urbani (Ragusa, Macchitella ed Enna) si trovano in centri abitati colpiti dalle procedure di infrazione europee per la cattiva depurazione.

In prefettura a Enna abbiamo ascoltato i procuratori della Repubblica di Ragusa, Caltanissetta, Gela ed Enna e i rappresentanti di Arpa Sicilia. Sono stati sentiti in audizione anche il sindaco di Gela e i sindaci e i commissari straordinari dei Liberi Consorzi comunali di Caltanissetta, Enna e Ragusa. Abbiamo inoltre sentito i responsabili e i gestori degli impianti oggetto di sopralluogo.

Mi hanno colpito l’esistenza di intere aree non collegate alla rete fognaria, per esempio a Gela, e le storiche disattenzioni ai problemi della depurazione da parte dei sindaci, prima autorità competente per la tutela della salute pubblica dei cittadini. Anche la gestione dei fanghi di depurazione è un aspetto critico, che la Commissione approfondirà meglio.

In una situazione così drammatica, ci tengo ad evidenziare un aspetto positivo: attraverso le audizioni ho potuto toccare con mano i frutti della legge 68 sugli ecoreati, che mi ha visto tra i primi firmatari. Ascoltando i procuratori ho potuto infatti constatare che questa norma ha dato impulso ai controlli in ambito ambientale e messo nelle mani degli inquirenti nuovi strumenti per perseguire gli ecoreati. Un buon risultato che mi rende orgoglioso.

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