Depurazione acque reflue e fanghi di risulta: rispettare le regole per una gestione più sostenibile delle nostre città
La depurazione delle acque reflue e la gestione dei fanghi di risulta sono temi fondamentali per il nostro Paese. L’Italia è una penisola con 7.500 km di coste ad alto valore naturalistico, un’industria della pesca importante e un’economia del turismo solida: per tutti questi aspetti il mare è una risorsa importantissima da tutelare. Purtroppo, però, i casi di depurazione delle acque reflue cattiva o mancante sono molti. Così, soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania i reflui finiscono in diversi casi direttamente in mare. In altri casi, ci sono depuratori che assomigliano a macchine per inquinare: con bypass che deviano i reflui dal trattamento o impianti mal funzionanti o lasciati per anni senza manutenzione.
Depurazione acque reflue e fanghi: l’Italia e le procedure d’infrazione europee
Quello della cattiva depurazione delle acque è un problema che affligge tutto il nostro Paese, da Nord a Sud. Sicilia, Calabria e Campania sono le regioni con i problemi più gravi per la depurazione. In queste regioni si registra infatti il maggior numero di agglomerati in procedura di infrazione. L’Italia ne ha in tutto quattro: procedimenti in cui il nostro Paese è chiamato a rispondere a Bruxelles – e in due già a pagare una multa – per inadempienze nel trattamento dei reflui. Per uscire il prima possibile dallo stallo, dal 2016 c’è anche un commissario governativo che lavora per adeguare l’Italia alla normativa europea.
Un quadro gravissimo che la Commissione Ecomafie vuole indagare a fondo. Il lavoro d’inchiesta si occuperà sia della depurazione delle acque, sia anche della gestione dei fanghi di risulta. Secondo gli ultimi dati Ispra, in Italia nel 2017 sono state gestite quasi 3 milioni di tonnellate di fanghi da trattamento delle acque reflue urbane e circa 750mila tonnellate di fanghi pericolosi e non pericolosi da trattamento delle acque reflue industriali. Sempre secondo l’Ispra, per quanto riguarda i reflui urbani nel 2017 oltre il 50% dei fanghi di risulta è stato smaltito e il 48% avviato a operazioni di recupero. Rispetto invece ai fanghi da reflui industriali, lo smaltimento è ancora prevalente sul recupero.