Autoproduzione e sostenibilità domestica: verso Rifiuti Zero

Non tutte le merci sono dei beni, obiettivo RIFIUTI ZERO.

Facendo un bilancio di queste mie esperienze, mi sto rendendo conto che certe azioni quotidiane ormai mi vengono spontanee, senza pensarci, senza fatica, dedicandoci meno tempo di quanto tutti immaginino. “Bravo! Ma io non ho tempo” è la frase standard che mi sento rivolgere e presto scriverò due righe su questo.

Mi sono accorto che è cambiato molto il mio modo di fare spesa. Prima prendevo un prodotto desiderato e lo mettevo nel carrello. Ora prima di essere ”degno” di entrare nel mio carrello un prodotto deve superare una serie di ”parametri” che di fatto mi fanno uscire dal supermercato con molti meno prodotti inutili.

Sorvolando sul fattore qualità dal punto di vista nutrizionale e il prezzo sempre stati per me importanti, i nuovi parametri che più stanno influenzando la mia spesa sono la stagionalità, la provenienza e il confezionamento.

Mentre la varietà dei prodotti consente di gestire un minimo il nostro carrello (noi non siamo più cittadini ne esseri umani, ormai purtroppo ci chiamano consumatori ma in quanto tali abbiamo un potere decisionale e di influenzare il mercato che spesso sottovalutiamo) su un punto però trovo ancora mille difficoltà: il confezionamento, il packaging.

busta plastica

Ovviamente non mi accontento della leggina che ha vietato le buste di plastica (ma che nessuno, tranne le grandi distribuzioni, ancora rispetta e meno male che faccio spesa solo se ho la mia sporta) e poi devo comprare i pomodori o le ciliegie in scatole di plastica che donano al prodotto l’illusione di essere dei gioielli in confezione regalo. Allora ho dato la priorità allo sfuso ma anche qui non trovo tanta scelta e ho dovuto litigare con il direttore dell’ ipermercato o farmi cazziare dalla commessa perché mi sono rifiutato di usare una busta di plastica per ogni tipo di frutta (‘’ma non te la faccio pagare’’ è stato mitico), secondo loro dovevo sprecare una busta per 3 pere, una per 2 finocchi, una per 4 mandarini, ecc.

Stufo di questo ho cominciato a riscoprire frutta, verdura, carne e pesce nei piccoli negozi locali che avessero più offerta di prodotti sfusi e magari acquistabili in buste di carta invece che confezioni di plastica o polistirolo. Con la piccola distribuzione ho notato che puoi avere facilmente un rapporto umano diretto. “Se vuoi che faccio spesa da te devi mettere questo tipo di prodotto o questo tipo di confezione”, vi giuro spesso funziona, abbiamo un’arma: sfruttiamola, senza timore o vergogna, il cambiamento può venire anche da noi.

Tutto questo per dire che non mi accontento del detersivo alla spina ma vorrei un intero supermercato alla spina e la politica avrebbe il dovere di incentivare questa realtà di nicchia (sgravi fiscali, ecotasse, divieti, incentivi che rientrerebbero ben presto, basti vedere il problema rifiuti enrgetico e sanitario) per il bene di tutti noi. Ora forse è impensabile anche solo comprare uno spazzolino intercambiabile, una bistecca senza polistirolo o il latte senza tetrapack ma basta avere coraggio e volontà di iniziare e il cambiamento culturale sarà meno traumatico e lento di quanto si creda.

La mia città (Roma) deve ancora iniziare questo cambiamento e le Lobby hanno interessi contrari. Il futuro prossimo del commercio deve essere a RIFIUTI ZERO (e prevalentemente a KM ZERO, anche se non sempre è una garanzia o possibile) e non solo per i prodotti artigianali di qualità (costosissimi) ma anche per i prodotti industriali comuni.

Dalle mail che mi arrivano siamo in tanti a pensarla così ma abbiamo paura ad alzare la voce, quasi ci vergognassimo. Facciamoci sentire, anche solo lasciando un contenitore inutile sul bancone del negozio.

Invogliare chiunque a riscoprire certe pratiche che il consumismo usa e getta ha messo in soffitta. Sento questa esigenza anche perché abito vicino ad una mega discarica-inceneritore. Il PIL, nella nostra contraddittoria società, misura il benessere e la qualità della vita: questo é discutibile se si considera che gran parte é costituito da sprechi, rifiuti, inquinamento, spreco.In conclusione, nessun PIL calcolerà mai la qualità della nostra vita e nessun PIL calcolerà mai il prezzo che noi e le generazione future dovranno pagare.

Ogni comportamento atto a limitare questo fenomeno negativo é il benvenuto.

Questo in foto è il mio “banco di lavoro”

laboratorio

In questo piccolo angolo del mio garage,  oggetti destinati alla discarica riprendono nuova vita, con l’aiuo di attrezzi vari e un po’ di sano lavoro manuale. Diceva il politico Woodrow Wilson: ” La mente ha esattamente lo stesso potere della mani: non solo di afferrare il mondo , ma di cambiarlo!” Per citare solo un esempio, avevo una piccola tavoletta di legno marino che si stava rovinando;  invece di buttarla o farla impolverare e per esercitarmi nella lavorazione del legno ho creato questa panca utile anche come seduta per fare la doccia nella vasca da bagno (si riasparmia ovviamente molta acqua).
Una costruzione semplice ma con la quale ci si puo’ esercitare a lavorare il legno: tagliare a listelli, segare, levigare, incastonare, spinare, forare, piallare….il piu’ naturale e nobile dei materiali!

tavoletta vasca

Questa che vedete nella  foto  successiva è la mia “valigia dell’autoproduzione”, sempre pronta per le dimostrazioni che faccio nelle scuole e negli incontri con le associazioni, per promuovere la cultura dei RIFIUTI ZERO.

valigia autoproduzione

Parlando ai seminari con gli studenti sono rimasto allibito nello scoprire che molte famiglie pur avendo la lavastoviglie usino i piatti usa e getta quotidianamente, per pigrizia….
Mi è rimasta impressa questa cosa e ho cercato una soluzione che possa trovare un compromesso.
Ho trovato in commercio questi piatti di plastica che , pur essendo simili ai tradizionali, sono indistruttibili e adatti per il riutilizzo perchè vanno in lavastoviglie (anche in congelatore e micro).

piatti carta
Io li tengo di scorta a casa (occupano poco spazio e son leggeri) i; invece di BUTTARLI, dopo appena un minuto di utilizzo, si possono mettere in lavastoviglie (occupano poco spazio, ricordo) e riutilizzarli in futuro.
Ci sono anche bicchieri e posate.
Costano come i normali usa e getta ma offrono un utilizzo alternativo….solo se proprio non riusciste a usare quelli di porcellana però…

Queste sono le SPEZIE che io coltivo sul mio balcone:

spezie
Salvia e timo per le pietanze e il dentifricio. Avete mai provato la Salvia fritta in pastella?
Menta per i cocktail , i frullati , le macedonie e il dentifricio.
Mentuccia sulle bruschette.
Basilico…avete mai provato un frullato o granita Pesca e Basilico?
Ci vorrebbe un libro intero per scrivere tutte le proprietà e gli usi delle spezie…
Semplice, economico,gustoso,soddisfacente… coltivare, in generale ,ti fa scoprire che i pomodori non crescono al supermercato, non costano come gioielli e hanno pure un certo sapore appena colti.

Questà è la mia RUGHETTA fresca autoprodotta

rughetta

Ha un sapore ”piccante e aromatico” come mai sentito in quella di supermercato. Niente trasporto e niente confezioni di plastica. Con l’olio del contadino il sapore è divino…
La rughetta o rucola dimostra proprietà aperitive e diuretiche, e si consiglia a chi si trova in uno stato psico-fisico di debolezza perchè stimola la ripresa dell’organismo. La rucola vanta anche proprietà antiscorbutiche ed emollienti.

Questo è l’orto che era di mio padre, che mi permette di realizzare una buona autoproduzione di prodotti.

orto papà

E questa la mia AUTOPRODUZIONE di frutta:

PRUGNE

prugne

PERE

pere

 OLIVE

olivo

 

LIMONI

 

limoni

 

Alla Città dell’Altra Economia di Roma, ho partecipato il 9.03. 2013 ad un incontro in cui ho parlato di autoproduzione e del concetto di “decrescita felice”

 

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