COMUNICATO STAMPA
Roma, 15 aprile 2019 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati prosegue il suo lavoro di inchiesta sull’Umbria. Oggi ha audito a Roma l’ex presidente della II commissione consiliare regionale Eros Brega, l’amministratore unico di Gest srl Mauro Della Valle e il liquidatore della Valnestore Sviluppo srl Alessio Federiconi.
Brega ha riferito in merito alle attività della II commissione, di cui è stato presidente fino alla fine di febbraio 2019. In particolare, Brega ha spiegato che la commissione ha tenuto solo due o tre audizioni a seguito della mozione dell’opposizione 567 del 2016. Nel 2018, ha riferito Brega, la II commissione ha svolto sopralluoghi e audizioni a Terni, con l’idea di contribuire all’istituzione di un’area di crisi complessa ambientale. Parlando invece del Piano regionale rifiuti, l’audito ha spiegato che dal dibattito svolto in commissione è emersa l’assenza di una chiusura del ciclo.Della Valle ha riferito in merito alle attività di coordinamento e controllo della società rispetto ai soci e gestori operativi del servizio di igiene urbana sul territorio Gesenu (70%), Tsa (18%), Sia (6%) ed Ecocave (6%). L’amministratore unico ha anche fornito elementi sugli aspetti contabili, spiegando che Gest fattura ai Comuni il costo del servizio di igiene urbana, mentre ad incassare sono i gestori operativi. Questi ultimi poi trasferiscono l’1% a Gest per la sua attività. Sempre secondo quanto riferito, il contratto con i Comuni vale 1 miliardo di euro in 15 anni, circa 70 milioni all’anno: di questi, Gest incassa ogni anno 700mila euro. Rispondendo alle domande della Commissione sulle modalità del controllo, Della Valle ha dichiarato che Gest invia ogni mese ad Auri e ai Comuni i dati sui rifiuti raccolti e sui flussi in entrata e in uscita dagli impianti.
Federiconi ha riferito in merito alla situazione economica della Valnestore Sviluppo srl. In particolare, l’audito ha dichiarato che dei 23 miliardi di lire erogati da Enel, circa 4 miliardi sono andati alla Regione e 19 miliardi a Sviluppumbria Spa. Alla Valnestore Sviluppo sono arrivati circa 1 miliardo di lire dalla prima e circa 9 dalla seconda, per un totale in euro di 5,5 milioni. Soldi che, secondo quanto dichiarato da Federiconi, sono stati trasferiti ai Comuni per opere infrastrutturali e poi rientrati in buona parte ad Enel attraverso l’acquisto da parte degli enti locali della ex centrale e dei terreni dell’ex miniera. Secondo quanto dichiarato da Federiconi, questi fondi dovevano essere utilizzati per opere di urbanizzazione primaria e secondaria dell’area, ma non c’era una destinazione d’uso specifica.