Audizione del prof. Carlo Foresta

COMUNICATO STAMPA

Roma, 10 giugno 2021 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il professore ordinario di Endocrinologia dell’Università di Padova Carlo Foresta sugli impatti sulla salute dell’inquinamento da Pfas.
L’audito ha spiegato che i composti Pfas si accumulano nei diversi organi. Secondo quanto dichiarato, un’elevata concentrazione di Pfas nel sangue determina un aumento dell’incidenza di patologie ischemiche, aumento del colesterolo, problemi alla nascita e una maggiore prevalenza di ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. L’allarme, ha riferito l’audito, riguarda la popolazione generale e non solo quella delle zone rosse.
L’audito ha fornito informazioni sugli studi realizzati dal gruppo di ricerca da lui coordinato. La prima ricerca ha riguardato la fertilità, portando a riscontrare, nei giovani residenti nella zona rossa, la presenza di Pfas nel liquido seminale, una diminuzione degli spermatozoi e una riduzione del 10% della distanza ano-genitale, connessa con una riduzione del testosterone. L’audito ha riferito che l’azione dei Pfas si è dunque dispiegata già nella fase embrionale, determinando una mitigazione del testosterone nella sua attività.
Sono stati inoltre condotti studi sulle ossa, che hanno permesso di rilevare come un terzo dei giovani di 20 anni residenti in zona rossa presenti già osteoporosi e osteopenia, a causa dell’azione dei Pfas che impediscono alla vitamina D di attivarsi consentendo l’assorbimento di calcio.
Secondo quanto dichiarato dall’audito, altre ricerche hanno permesso di studiare l’accumulo di Pfas nel cervello di soggetti che vivevano in zone rosse, rilevando come queste sostanze si concentrino soprattutto nell’ipotalamo. Secondo quanto riferito, a un aumento dell’inquinamento corrispondono maggiori incidenze di demenza, morbo di Alzheimer, autismo e deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Foresta ha anche spiegato come alte concentrazioni di Pfas nel sangue inducano una condizione in cui le piastrine possono più probabilmente formare trombi. Per quanto riguarda l’azione del C6O4, è stato osservato che anche questo incide sulla fluidità del sangue e sull’azione delle piastrine.
Rispetto alle correlazioni tra inquinamento da Pfas ed effetti della pandemia, l’audito ha riferito che nelle zone rosse si è osservata una maggiore gravità dei sintomi e una mortalità da Covid-19 maggiore del 60%. Tale situazione potrebbe essere collegata sia agli effetti di immunodepressione correlata all’esposizione ai Pfas, sia all’azione dei Pfas di blocco dei recettori della vitamina D, sia all’attività dei Pfas sulle piastrine.
Il professore non ha potuto rispondere ai quesiti relativi all‘appropriatezza della documentazione depositata da Solvay per chiedere commercializzazione del C6O4 perché tali documenti non sono pubblici. L’audito ha infine riferito che è necessario realizzare, da parte di Regione Veneto e Istituto Superiore di Sanità, lo studio epidemiologico residenziale di coorte.
«La situazione sanitaria delle popolazioni esposte all’inquinamento da Pfas è molto critica e i rischi per la salute si estendono ben al di fuori della zona rossa, interessando tutti i cittadini. Le istituzioni competenti devono fare tutto il possibile, sia sul fronte della ricerca – penso anche alle indagini epidemiologiche – sia per quanto riguarda la prevenzione. Le discrepanze tra i dati presentati in audizione dal professor Foresta e la licenza commerciale di Solvay impongono perlomeno l’esecuzione e la pubblicazione di altri studi prima di autorizzare la produzione di ulteriore C6O4 a Spinetta Marengo», dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.

Guarda il video dell’audizione

Leggi il resoconto stenografico dell’audizione

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