COMUNICATO STAMPA
Roma, 31 luglio 2019 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il direttore dell’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) Maurizio Pernice, accompagnato dal vice direttore vicario Lamberto Matteocci.
Gli auditi hanno riferito in merito all’attività dell’Isin e alla situazione dei rifiuti radioattivi presenti in Italia. Nell’audizione è stata sottolineata la necessità di risolvere con urgenza il problema dell’invio all’estero del combustibile esaurito ancora presente in Italia: si tratta in particolare di 13 tonnellate stoccate presso il deposito Avogadro di Saluggia, a cui si aggiungono quantitativi più limitati tra cui 1,7 tonnellate presenti presso il sito Itrec di Rotondella (Matera) e 0,7 tonnellate presso il centro di ricerca di Ispra (Varese). Rispetto in particolare al deposito Avogadro, gli auditi hanno riferito come lo stoccaggio nel sito non dia tutte le garanzie di sicurezza richieste a livello internazionale, considerando sia la vetustà dell’impianto, sia anche il protrarsi dei tempi di permanenza del materiale radioattivo. Rispetto invece alle barre presenti alla Itrec, gli auditi hanno dichiarato che al momento non esistono processi consolidati di ritrattamento che possano offrire adeguate garanzie e si sta quindi optando per lo stoccaggio a secco presso il sito, mentre in riferimento al reattore di Ispra, la situazione si risolverà attraverso l’accordo transattivo stretto tra il governo italiano e la Commissione europea.Riguardo ai fusti rinvenuti a fine maggio nel sottosuolo del sito ex Sorin di Saluggia, gli auditi hanno spiegato che Arpa Piemonte, delegata alle indagini dalla procura di Vercelli, sta completando la caratterizzazione. Secondo quanto riferito, a un primo esame visivo i fusti apparivano contenere rifiuti molto datati.Rispetto all’operatività dell’Isin, Pernice ha evidenziato numerose difficoltà, tra cui il limitato numero di personale tecnico a fronte della quantità, importanza e delicatezza delle funzioni da svolgere, e la limitata disponibilità di personale con competenze amministrative. È stato inoltre riferito che Isin sta lavorando a una guida tecnica tesa a fare chiarezza sui requisiti per il deposito temporaneo dei rifiuti a più alta attività.
Gli auditi hanno spiegato che Isin ha realizzato un inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, seppur non esistano ad oggi obblighi di legge circa la comunicazione all’Isin di dati da parte dei soggetti che producono, detengono o gestiscono rifiuti di questo tipo. Secondo quanto riferito, Isin ha anche svolto una ricognizione dei siti dove si sono verificati eventi incidentali di fusione di sorgenti radioattive, rappresentate da metalli.
«Auspico che Isin venga presto messa nelle condizioni di essere pienamente operativa e che la Cnapi e il Programma Nazionale arrivino il prima possibile, come presupposto anche per inviare all’estero il combustibile esaurito ancora presente in Italia. Tutte queste azioni garantirebbero una maggiore sicurezza sul piano della gestione dei rifiuti radioattivi nel nostro Paese e contribuirebbero a ridurre le legittime preoccupazioni dei cittadini», dichiara il Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.