Nella classifica di Legambiente sull’illegalità nel ciclo dei rifiuti, l’Umbria è al decimo posto, preceduta da altre regioni del centro e del sud, ma comunque più in alto rispetto ad altre aree: in provincia di Perugia sono in corso importanti procedimenti giudiziari sul tema dei rifiuti, riguardanti lo smaltimento delle ceneri della ex centrale Enel di Pietrafitta, le numerose irregolarità contestate in una serie di impianti del gruppo Gesenu e, per ultimo, il recente incendio alla Biondi recuperi. Per questo dopo la missione a Terni, con la Commissione Ecomafie siamo andati a Perugia per approfondire gli illeciti nel ciclo dei rifiuti sul territorio e mantenere alta l’attenzione sulle violazioni ambientali.
Durante la missione, abbiamo svolto dei sopralluoghi alla ex centrale Enel di Pietrafitta, per fare luce sulle modalità di smaltimento delle ceneri. Siamo stati anche alla discarica di Borgo Giglione e all’impianto Biondi recuperi, dove di recente si è verificato un incendio di rifiuti. Abbiamo dedicato due giorni alle audizioni, ascoltando il prefetto di Perugia, i procuratori di Perugia e Spoleto, i rappresentanti delle forze di polizia, il sindaco di Perugia, il presidente della Provincia e il presidente della Regione. Abbiamo ascoltato anche i responsabili delle aziende di gestione rifiuti coinvolti in inchieste giudiziarie, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e i vertici di Arpa Umbria.
Sono tornato a Roma con una grande quantità di informazioni da analizzare ed elementi da approfondire. A chiusura di questi tre giorni di lavoro intenso, mi sento di dire che in Umbria la discreta percentuale della raccolta differenziata convive con criticità significative e nodi da sciogliere. Colpiscono le inchieste giudiziarie legate al territorio di Perugia, in particolare quella sul gruppo Gesenu, che ha evidenziato un ciclo di gestione dei rifiuti caratterizzato da diverse irregolarità, e quella su Pietrafitta, un’area che da anni attende un ripristino ambientale e con molti aspetti da chiarire, come la destinazione dei fondi erogati da Enel.
L’analisi del sostituto procuratore di Perugia Valentina Manuali ha evidenziato come l’attenzione non sempre adeguata delle istituzioni sulla gestione dei rifiuti abbia permesso il perpetuarsi nel tempo delle condotte irregolari. Tra i nodi emersi dalle audizioni, ci sono anche la necessità di adeguamento degli impianti e dei siti di smaltimento, dove si sono evidenziate irregolarità ambientali, e una capacità residua delle discariche compresa tra 4 e 8 anni. Adesso il lavoro d’inchiesta va avanti e prenderà in esame anche il settore della depurazione delle acque. La Commissione ha acceso un faro su questo territorio, puntiamo a fare luce sugli illeciti e stimolare le istituzioni a vigilare e controllare con maggiore attenzione.