COMUNICATO STAMPA
Roma, 16 gennaio 2020 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il direttore del dipartimento Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) Alessandro Dodaro. L’audizione rientra nell’ambito dell’inchiesta della Commissione sulla gestione dei rifiuti radioattivi.
L’audito ha spiegato che ENEA ha istituito nel 1986 e gestisce il Servizio integrato per la gestione delle sorgenti dismesse e dei rifiuti radioattivi di origine non elettronucleare, prodotti a livello nazionale. Secondo quanto riferito, gli operatori autorizzati dal Ministero dello Sviluppo economico alla raccolta di rifiuti radioattivi possono chiedere di aderire al Servizio integrato. ENEA ha un ruolo di supervisione degli operatori e della gestione dei rifiuti radioattivi sul territorio nazionale ma, seppur acquisisca informazioni e documentazione dagli operatori che intendono aderire al Servizio integrato, non ha competenze ispettive che le permettano di verificare tali dati. Dodaro ha evidenziato come tale circostanza sia ancora più evidente nei riguardi degli operatori autorizzati che non afferiscono al Servizio integrato: in questo caso, secondo quanto riferito, ENEA è completamente ignara del flusso dei rifiuti radioattivi generato da questi ultimi nonostante la normativa vigente preveda esplicitamente per l’Agenzia il ruolo di supervisore nazionale del comparto dei rifiuti radioattivi di origine non elettronucleare.
L’audito ha dichiarato che sarebbe auspicabile che l’Agenzia, o altro organo istituzionale che lavori in sinergia con essa, potesse svolgere attività di controllo e di tipo ispettivo presso tutti gli operatori autorizzati, per garantire un monitoraggio costante e continuo delle attività di gestione dei rifiuti e delle sorgenti radioattive. Secondo quanto riferito, al momento si registrano frammentazione normativa, una scarsa omogeneità nei controlli e contatti sporadici tra i diversi soggetti istituzionali preposti.In merito al Registro Nazionale delle Sorgenti Radioattive previsto dall’art. 9 del decreto legislativo 52/2007, Dodaro ha riferito che da parte dell’autorità di controllo, ISIN Nucleare, non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale di istituzione del registro.
L’audito ha dichiarato che quando ISIN metterà a disposizione dell’Agenzia il proprio strumento informatico di gestione dei dati sulle sorgenti di radiazioni ionizzanti, comprensivo del Registro delle sorgenti radioattive, ENEA si attiverà per predisporre il piano di recupero delle sorgenti. Dodaro ha riferito inoltre che ad oggi la quasi totalità delle Prefetture presenti sul territorio italiano ha redatto il Piano di intervento per la messa in sicurezza in caso di rinvenimento o di sospetto di presenza di sorgenti orfane.